Le problematiche digestive, correlate allo stomaco, costituiscono eventi che possono andare dal semplice fastidio, alla vera e propria criticità.
Sicuramente, condizioni patologiche quali, l’infezione da Elicobacter Pyilory e l’Ernia Iatale, oppure l’assunzione di farmaci come i FANS o gli antidepressivi, sono correlate a manifestazioni che devono essere affrontate con un’opportuna terapia medica.
Non sono comunque da trascurare tutta quella gamma di condizioni pre-patologiche o disturbi occasionali presenti in soggetti che per vari motivi non riescono ad avere un’alimentazione corretta e regolare.
Innanzitutto occorre differenziare tra semplice bruciore di stomaco o acidità gastrica (più o meno occasionale) e un reflusso esofageo vero e proprio.
Per quanto riguarda il bruciore di stomaco si cerca di tamponare l’acido cloridrico, contenuto nel succo gastrico, e proteggere/lenire la mucosa gastrica.
L’acidità dello stomaco può essere efficacemente tamponata dal calcio carbonato, che reagisce con l’acido cloridrico portando alla formazione di un sale di calcio, anidride carbonica e acqua, producendo un sollievo immediato, ma poco duraturo.
Un ulteriore aiuto può essere fornito da l’idrossido di magnesio, sostanza alcalina, in grado di tamponare l’acidità del succo gastrico.
La mucosa, invece potrebbe essere protetta usando estratti di malva, che essendo ricchi in mucillagini, riducono le irritazioni provocate dall’eccessiva acidità e formano una sorta di film che protegge la mucosa e i tessuti limitrofi.
Il reflusso gastrico, può essere affrontato in maniera leggermente diversa.
Molto interessante si dimostra l’estratto di liquirizia, in grado di favorire una protezione indiretta, stimolando la produzione di muco da parte della parete gastrica e riducendo i fenomeni antinfiammatori dei tessuti attraverso processi naturali.
Si può utilizzare anche l’acido alginico, contenuto ad esempio nell’alga Kelp, che forma un gel viscoso e lenta dissoluzione, in grado di costituire un “tappo” per impedire il reflusso e per proteggere l’esofago.
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